Orario: 9.30 - 17.30
Cesàreo Bernaldo de Quiròs, ( Gualeguay Provincia di Entre Rios, 1879 – 1968, Vicente López, Argentina ) è stato uno dei più grandi pittori argentini.
Fin da giovane inizia a manifestare un particolare interesse per la pittura e a 13 anni entra nella bottega del pittore spagnolo Nicolau Cotanda. In seguito entra all’accademia di Belle Arti sotto la tutela di Angel della Valle e Reynaldo Giudice.
Una borsa di studio del governo provinciale di Entre Ríos per approfondire ulteriori studi artistici a Roma, incontrò l’obiezione di suo padre Juan de Quirós, recentemente eletto consigliere comunale a Gualeguay, il quale si oppose con la convinzione che suo figlio non meritasse ancora un tale riconoscimento.
La battuta d’arresto fu tuttavia temporanea, e Cesáreo riceve il premio “Roma” nel 1899 e vince una borsa di studio per l’Italia dove continua la sua formazione attraverso lo studio dei grandi pittori italiani del Rinascimento. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1901 dove ottiene un riconoscimento per la sua opera De vuelta de la pesca ( Ritorno dalla pesca ).
Ai primi del Novecento viaggia in Spagna dove conosce Zuloaga e Sorolla, e più tardi si trasferisce per brevi periodi in Francia, Firenze e in Sardegna ad Atzara dove è ospite del pittore Antonio Ballero nella tenuta che quest’ultimo aveva acquistato tra la campagna di Atzara e San Mauro. Probabilmente conosce Eduardo Chicarro Agüera e Antonio Ortiz Echagüe, che possibilmente raccontano del loro soggiorno in Sardegna, e per questo motivo decide appunto di recarsi per un breve periodo di tempo. Ritorna in Argentina nel 1906 dove inaugura la sua prima mostra personale, e qualche anno più tardi inizia a insegnare nella scuola Nazionale di Arti Decorative e allo stesso tempo è presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti. Nelle opere di questo periodo sono caratterizzate da grandi dimensioni e riprendono i gauchos, e nel 1942 fonda il Museo di Parana, che vanta una grande collezione di armi, mobili e oggetti d’arte. Il suo linguaggio pittorico si distacca dalle correnti del tempo per rifugiarsi in una pittura costumbrista, dove vengono ripresi gli usi, costumi e tradizioni del tempo, con i loro personaggi caratteristici.
La tela conservata nel Museo di Atzara rappresenta il Ritratto di Antonio Ballero, l’esecuzione è in plein air, probabilmente sullo sfondo viene rappresentata la cittadina di Atzara, con il suo alto campanile. Le pennellate sono lunghe e i colori sono brillanti. Ballero viene raffigurato con un grande copricapo dalle tese larghe, e con una sorta di tunica che probabilmente veniva utilizzata per dipingere. Nelle sue mani tiene la tavolozza e i pennelli. In basso a destra, la dedica di Quiros “ Al pittore barbaricino e simpatico amico A. Ballero, con affetto Quiros ”.